Sindrome da conflitto subacromiale della spalla: tutto quello che c’è da sapere.

La sindrome da conflitto subacromiale, detta anche sindrome da impingement subacromiale, è una delle più frequenti cause di dolore cronico alla spalla.

In questo articolo, vedremo nel dettaglio che cos’è la sindrome da conflitto subacromiale, come viene diagnosticata e come viene trattata.

Che cos’è la sindrome da conflitto subacromiale?

L’articolazione della spalla viene sostenuta e stabilizzata dalla cuffia dei rotatori, costituita da un insieme di muscoli e tendini (sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo).

I tendini presenti nella cuffia dei rotatori passano attraverso uno spazio ristretto compreso tra l’acromion della scapola e la testa dell’omero: lo spazio sub-acromiale. Se questo spazio si restringe, i tendini vengono compressi provocando un dolore alla spalla che diventa particolarmente intenso durante uno sforzo con il braccio alzato: si sviluppa la patologia chiamata, appunto, sindrome da conflitto subacromiale.

La patologia, come anticipato, viene definita anche sindrome da impingement subacromiale: il termine impingement indica infatti una condizione di conflitto di una struttura anatomica, quando compressa tra altre due confinanti.

La sindrome da conflitto subacromiale può condurre a una graduale degenerazione dei tendini, causando dolore e limitazioni dei movimenti della spalla e del braccio. Con il passare del tempo, la patologia può portare, persino, a una rottura degli stessi tendini.

Quali sono le cause?

La causa principale della sindrome da conflitto subacromiale è lo squilibrio dei muscoli che sottendono ai movimenti della spalla. Questo squilibrio, infatti, crea un effetto destabilizzante, che  tende a far risalire la testa omerale.

Le persone più colpite da tale patologia sono uomini e donne di età superiore a 50 anni che svolgono lavori manuali o attività sportive che prevedono il sollevamento ripetuto delle braccia sopra la testa.

Altre cause che riducono lo spazio acromiale e favoriscono la patologia sono: borsite della cuffia dei rotatori, infiammazione dei tendini della cuffia dei rotatori, traumi diretti o micro-traumatismi, artrosi dell’articolazione acromio-clavicolare e tendinite calcifica.

Inoltre, lo spazio subacromiale può essere ridotto anche da fattori anatomici individuali, come la presenza di un acromion uncinato o incurvato.

Quali sono i sintomi?

Come anticipato, il sintomo principale della sindrome da conflitto subacromiale  è il dolore alla spalla, che può manifestarsi a seguito di un trauma, anche banale, o all’improvviso, senza alcuna causa apparente.

Altri sintomi, oltre al dolore alla spalla o al braccio, sono: rigidità e limitazione dei movimenti dell’arto, dolore notturno a riposo che determina difficoltà nell’addormentarsi, atrofia muscolo-tendinea, indebolimento del braccio, formicolio e senso di intorpidimento, sensazione di calore alla spalla e dolore al collo.

Come avviene la diagnosi?

Per stabilire la diagnosi, lo specialista pone una serie di domande al paziente relative alla sintomatologia, alla storia clinica personale e alle attività quotidiane, sportive e lavorative che potrebbero gravare sulla spalla.

Dopo la raccolta dei dati anamnestici, un esame obiettivo  consente al medico di confrontare una spalla con l’altra, verificando la sede del dolore con la palpazione o chiedendo al paziente di eseguire movimenti specifici e test funzionali.

Tra gli esami strumentali che possono rivelarsi necessari per valutare la gravità del quadro clinico troviamo: la risonanza magnetica, la TAC e l’ecografia.

Come viene trattata?

Quando l’intervento è precoce, per trattare la sindrome da conflitto subacromiale della spalla può bastare un trattamento di tipo conservativo, eseguendo un programma riabilitativo mirato al riequilibrio muscolare.

È assolutamente necessario rivolgersi a uno specialista ortopedico, poiché, in alcuni casi, se la patologia viene presa per tempo, una terapia riabilitativa a lungo termine può aiutare a risolvere il problema senza l’intervento di cure mediche o farmacologiche più intensive.

Terapie fisiche come laser e ultrasuoni, mobilizzazioni attive e passive su tutti i piani sotto la soglia del dolore, stretching, massaggio rilassante e decontratturante possono essere utili per la riduzione del dolore.

Può essere utile anche l’utilizzo di una terapia antinfiammatoria e di impacchi di ghiaccio per 20 minuti 2 o 3 volte al giorno.

Nel caso in cui il trattamento conservativo non dia risultati apprezzabili o la patologia sia già a uno stadio avanzato, oltre alla somministrazione orale o locale di farmaci analgesici e antinfiammatori, può essere necessario il ricorso a un’operazione chirurgica, come l’acromionplastica, a cui far seguire uno o più cicli riabilitativi.  

Che cos’è l’acromionplastica?

L’acromionplastica è un intervento chirurgico eseguito in artroscopia che prevede la regolarizzazione dell’acromion, in modo da determinare un allargamento dello spazio tra l’acromion stesso e la testa omerale per il ripristino della normale funzionalità della spalla.

Nel primo mese post-intervento sarà possibile utilizzare l’arto gradualmente per le attività della vita quotidiana, come mangiare, lavarsi o scrivere, evitando movimenti che provocano dolore o attività pesanti.

Come anticipato, dopo l’operazione sarà necessario anche un periodo di riabilitazione, in cui il paziente dovrà eseguire degli esercizi di mobilità. Durante l’esecuzione di questi, il paziente non deve sentire dolore.

Non trascurare la tua spalla!

Quante cose ci permettono di fare le nostre spalle? Averle in salute è essenziale per il mantenimento di una buona qualità di vita.

Trascurare le proprie spalle, infatti, può costare caro. Se senti dolore o hai qualche preoccupazione legata alla tua spalla, non esitare a contattare un professionista!

Io mi chiamo Giovanni Longoni e come chirurgo ortopedico, specialista in patologie di spalla, ginocchio e anca, sarò lieto di visitarti e aiutarti ad alleviare le tue preoccupazioni.

Opero presso la “Casa di Cura Lecco” (Beato L. Talamoni) a Lecco, sia in convenzione con il SSN, sia privatamente.

Visito in regime di Libera professione in diversi studi medici nella provincia di Como, Lecco e

Monza-Brianza.

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